Passa ai contenuti principali

PASTA E PATATE




Nella cucina partenopea ci sono molti piatti di pasta uniti a verdure o legumi, quelli che in altre cucine vengono definite minestre, avendo la caratteristica di essere leggermente brodose.
A Napoli le minestre diventano pasta 'e' fagioli, pasta 'e' ceci, pasta 'e' lenticchie, pasta 'e' cavolo e via discorrendo.
Quella 'e' è intesa come unione e, se riflettiamo sul fatto che a Napoli 'unire' si dice 'azzeccare', ecco che 'pasta e fagioli' diventa ' pasta azzeccata ai fagioli', ' pasta e ceci' diventa ' pasta azzeccata ai ceci'...
La rappresentanza più onorevole della pasta azzeccata a... è sicuramente la pasta e patate .
Pur sembrando una contraddizione unire la pasta a base di amido con la patata, anch'essa con amido, non esiste per il palato un connubio più perfetto.
Se al piatto poi, uniamo della provola, l'apoteosi è raggiunta. Anticamente la pasta e patate si insaporiva con 'il mascariello', ossia la mandibola del maiale oppure con la cotica di prosciutto. Oggi che l'evoluzione in cucina ha relegato talune abitudini nel dimenticatoio, si usa spesso la pancetta e l'unica nota tradizionale rimasta è la scorza di parmigiano, oggetto di feroce contesa tra i commensali.
Per quattro persone tagliamo a dadini una carota, una cipolla ed un gambo di sedano, poniamoli in una casseruola con un po' d'olio extravergine, uniamo 100 gr. di pancetta affumicata e facciamo rosolare dolcemente, aggiungiamo 600 gr. di patate sbucciate e tagliate a dadini, facciamo insaporire con le verdure e uniamo 12/13 pomodorini del piennolo schiacciati e mezzo litro d'acqua calda.
Lasciamo cuocere lentamente, uniamo un dado e man mano che si asciuga altra acqua, complessivamente 1500 ml. Quando le patate sono ben cotte, dopo circa 45 minuti, unire una scorza di parmigiano e 250 gr di pasta tipo gnocchetti sardi Nella cucina partenopea ci sono molti piatti di pasta uniti a verdure o legumi, quelli che in altre cucine vengono definite minestre, avendo la caratteristica di essere leggermente brodose.
A Napoli le minestre diventano pasta 'e' fagioli, pasta 'e' ceci, pasta 'e' lenticchie, pasta 'e' cavolo e via discorrendo.
Quella 'e' è intesa come unione e, se riflettiamo sul fatto che a Napoli 'unire' si dice 'azzeccare', ecco che 'pasta e fagioli' diventa ' pasta azzeccata ai fagioli', ' pasta e ceci' diventa ' pasta azzeccata ai ceci'...


Commenti

Post popolari in questo blog

CROSTATA DI TAGLIOLINI

La cucina napoletana affonda le sue radici nel periodo greco-romano, infatti a testimonianza di ciò ci sono numerosi reperti archeologici, come affreschi e testi, dai quali si evince che molti gusti dell'epoca si ritrovano in tanti piatti della cucina tradizionale, anche se un definitivo consolidamento di ricette e piatti tipici, si ha nel 1800 quando i Borboni regnanti a Napoli accostano la cucina francese a quella napoletana, creando capolavori di gusto e sapore che sono ormai alla base della cucina partenopea. E' proprio in quel periodo che viene pubblicato il più importante trattato della storia della cucina napoletana, ad opera di Ippolito Cavalcanti: "CUCINA TEORICO PRATICA", con l'appendice "CUSINA CASARINOLA CO LA LENGUA NAPOLITANA", in cui presenta ricette provenienti da vari ceti sociali. Da questo testo e da una lunga ed accurata ricerca storico-culturale, la scrittrice Jeanne Caròla Francesconi ne ha tratto tante ricette autentiche (da le...

POLLO ALLA CACCIATORA CON PISELLI

6 pezzi di pollo tipo anche, 100 gr di verdure per soffritto, 1 confezione di pomodori pelati da 400 gr, mezzo bicchiere di vino bianco, 1 barattolo di piselli, olio evo, sale, pepe, basilico fresco. In una casseruola fare appassire il soffriito nell'olio, unire poi il pollo e fare insaporire, aggiungere il vino e sfumare, versare poi i pomodori, il sale e il pepe e lasciare cuocere 40 minuti circa, a pochi minuti dalla fine della cottura aggiungere i piselli e il basilico, lasciare amalgamare e finire la cottura.

TORTA MANDORLE E LIMONE

  90 gr farina 00 250 gr farina di mandorle 3 uova 1 limone grande biologico ,il succo e la scorza grattugiata 100 ml olio di mais 1 bustina di lievito per dolci 125 gr di zucchero al velo 40 gr di mandorle a lamelle per la superficie.  In una terrina montare le uova con lo zucchero, aggiungere poi l'olio e mescolare, dopo il lievito setacciato e mescolare ancora, infine le farine, amalgamare bene e versare in una tortiera da 20,distribuire sulla superficie le mandorle a lamelle e cuocere in forno gia' caldo a 180° per circa 40 minuti.