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CICERONE E LE SEI DOMANDE


Come diceva Cicerone, prima di giudicare dobbiamo porci sei domande probatorie: "Quis, quomodo, ubi, quando, quid, cur? Chi, come, dove, quando, che cosa, perché?
 1. QUIS: chi è testimone dei fatti? Chi, oltre a voi ha udito questa presunta conversazione? Una persona veramente imparziale o che potrebbe avere una versione distorta della realtà o peggio, dei pregiudizi nei confronti dell’imputato?
 2. QUOMODO: in che modo siamo giunti a conoscenza dei fatti? Siamo ben sicuri che tali modalità non siano state “filtrate” da persone di parte? Come (in che modo) è capitato di udire una conversazione così privata? 
3. UBI: dove esattamente è avvenuto il fatto? Dove era l'imputato? C’era il rischio intercettazioni? L’imputato, magari un doppiogiochista, oltre ad essere costantemente intercettato dai buoni, poteva essere anche costantemente intercettato dai cattivi e doveva quindi comportarsi di conseguenza? 
4. QUANDO: quando è successo? C’è il rischio di una falsa o imprecisa testimonianza? 
5. QUID: che cosa è esattamente avvenuto? Che cosa esattamente avete sentito? È oggettivamente verificabile?
 6. CUR: perché lo ha fatto? Qual è il suo scopo recondito?


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