Passa ai contenuti principali

ALBICOCCHE


Nel 79 d.c. il Vesuvio, diede vita ad una terrificante eruzione che seminò morte e distruzione ovunque. Le città simbolo di quel catastrofico evento furono Pompei ed Ercolano, dove oggi è possibile visitare due tra i più importanti siti archeologici mondiali.
Ma se da un lato la natura aveva distrutto e seminato morte, dall'altro aveva reso un importante servigio all'umanità. Infatti da quella coltre lavica era nato un terreno ricco di minerali e quindi utile per la coltivazione di molti frutti ed ortaggi.
Difatti il territorio vesuviano che si estende lungo tutte le pendici del vulcano, fino al mare è ricco di varie coltivazioni, tra cui spiccano il pomodorino del piennolo e l'albicocca vesuviana, entrambi fregiati dei marchi DOP per l'uno e IGP per l'altra.
L'albicocca vesuviana si distingue in diversi biotipi che nascono però tutti nella stessa zona, dove il terreno è particolarmente ricco di potassio. I più noti sono la palummella, vitillo, pellecchiela, boccuccia liscia, boccuccia spinosa, portici e ceccona.
Tutte sono particolarmente dolci e profumate, hanno un colore vivace e sono di dimensioni medio grosse, ricche in potassio, vitamine B e C, quindi particolarmente adatte per il periodo estivo in cui si suda molto, con un conseguente dispendio di sali minerali, dunque quale migliore integratore di una scolpacciata di albicocche del vesuvio.
Il periodo di maturazione è giugno, per questo nei nostri mercati già si vendono in abbondanza. Il loro consumo è prevalentemente fresco, ma spesso quando l'annata è particolarmente generosa, se ne destina una parte per le confetture o per essere essiccate.
La ceccona è tipica della zona di Ercolano, che risulta la cittadina vesuviana con più alto quantitativo di produzione di albicocche, mentre la Campania la regione italiana più importante nella coltivazione di questo frutto, al quale è andato il riconoscimento IGP per l'utilizzo esclusivo di sistemi di produzione tradizionale.
Storicamente la presenza in Campania dell'albicocco è testimoniata dallo scienziato Della Porta, che nel 1583 le descrive in una sua opera, con il nome bicocche e crisomele, così chiamate ancora oggi in dialetto napoletano "crisommole", dal greco Kruson-dorato e melon-mela, ossia pomo dorato.

Commenti

Post popolari in questo blog

CROSTATA DI TAGLIOLINI

La cucina napoletana affonda le sue radici nel periodo greco-romano, infatti a testimonianza di ciò ci sono numerosi reperti archeologici, come affreschi e testi, dai quali si evince che molti gusti dell'epoca si ritrovano in tanti piatti della cucina tradizionale, anche se un definitivo consolidamento di ricette e piatti tipici, si ha nel 1800 quando i Borboni regnanti a Napoli accostano la cucina francese a quella napoletana, creando capolavori di gusto e sapore che sono ormai alla base della cucina partenopea. E' proprio in quel periodo che viene pubblicato il più importante trattato della storia della cucina napoletana, ad opera di Ippolito Cavalcanti: "CUCINA TEORICO PRATICA", con l'appendice "CUSINA CASARINOLA CO LA LENGUA NAPOLITANA", in cui presenta ricette provenienti da vari ceti sociali. Da questo testo e da una lunga ed accurata ricerca storico-culturale, la scrittrice Jeanne Caròla Francesconi ne ha tratto tante ricette autentiche (da le...

POLLO ALLA CACCIATORA CON PISELLI

6 pezzi di pollo tipo anche, 100 gr di verdure per soffritto, 1 confezione di pomodori pelati da 400 gr, mezzo bicchiere di vino bianco, 1 barattolo di piselli, olio evo, sale, pepe, basilico fresco. In una casseruola fare appassire il soffriito nell'olio, unire poi il pollo e fare insaporire, aggiungere il vino e sfumare, versare poi i pomodori, il sale e il pepe e lasciare cuocere 40 minuti circa, a pochi minuti dalla fine della cottura aggiungere i piselli e il basilico, lasciare amalgamare e finire la cottura.

Frolla di natale

70 gr di zucchero di canna integrale biologico 40 gr miele di castagno 1 uovo piccolo 55/60 gr 80 ml olio di mais scorza d’arancia (grattugiata-arancia biologica) 1 cucchiaino abbondante di cannella in polvere 1 pizzico sale 1 pizzico noce moscata 280/300 gr farina PER LA GHIACCIA all'acqua 100 gr di zucchero a velo  2 cucchiai rasi di acqua calda.  In una ciotola unire lo zucchero, il miele, l'uovo, l'olio, la buccia d'arancia, il sale, la cannella e la noce moscata e mescolare bene con una forchetta, dopo aggiungere pico per volta la farina e appena il composto prende consistenza, versarlo su una spianatoia con la restante farina  e impastare con le mani fino ad avere un impasto morbido e compatto.  Avvolgerlo in carta forno e lasciarlo riposare in frigo anche un'ora.  Successivamente stendere la pasta ad uno spessore di circa 4 mm e dare firma ai biscotti, sistemarli su una teglia rivestita con carta forno e riporli in congelatore per 30 minuti.  Intanto...