CO' FIORI ETERNI, ETERNO IL FRUTTO DURA E MENTRE SPUNTA L'UN, L'ALTRO MATURA.
Così scriveva Torquato Tasso nel 1500, quando decantava il bel frutto dei limoneti: il limone di Sorrento, cittadina sul mare di napoli dove appunto lui era nato e dove vi tornava a trascorrere le vacanze.
Questa è una recente testimonianza della presenza dei limoni a Sorrento, infatti percorrendo la storia antica attraverso i dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano, si evince che sono raffigurati limoni molto simili agli attuali "massesi" e "ovali di sorrento" che testimoniano l'utilizzo di questi frutti già ai tempi dei romani.
Bisogna però giungere al 1600 per avere documenti certi che attestano la specializzazione della coltivazione dei limoni nella penisola sorrentina, dove si è stabilizzata la produzione delle varietà "ovale di sorrento" e "massese".
Questi limoni sono fregiati del marchio IGP e si distinguono per le particolari tecniche di produzione che prevedono la copertura delle chiome degli alberi con stuoie di paglia (pagliarelle), per proteggerle dal freddo, causando un ritardo nella maturazione dei frutti.
Proprio questa maturazione ritardata conferisce ai limoni tutte quelle peculiarità che li distinguono da altri ecotipi.
Il limone di sorrento è di dimensioni grosse, di forma ovale e con polpa particolarmente succulenta, il succo è ricco di vitamina C e la buccia di medio spessore è molto profumata.
Essendo un frutto molto duttile, i cuochi più importanti dell'area di produzione, hanno creato ricette che spaziano dall'aperitivo al dolce e che sono ormai note in tutto il mondo.
Così scriveva Torquato Tasso nel 1500, quando decantava il bel frutto dei limoneti: il limone di Sorrento, cittadina sul mare di napoli dove appunto lui era nato e dove vi tornava a trascorrere le vacanze.
Questa è una recente testimonianza della presenza dei limoni a Sorrento, infatti percorrendo la storia antica attraverso i dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano, si evince che sono raffigurati limoni molto simili agli attuali "massesi" e "ovali di sorrento" che testimoniano l'utilizzo di questi frutti già ai tempi dei romani.
Bisogna però giungere al 1600 per avere documenti certi che attestano la specializzazione della coltivazione dei limoni nella penisola sorrentina, dove si è stabilizzata la produzione delle varietà "ovale di sorrento" e "massese".
Questi limoni sono fregiati del marchio IGP e si distinguono per le particolari tecniche di produzione che prevedono la copertura delle chiome degli alberi con stuoie di paglia (pagliarelle), per proteggerle dal freddo, causando un ritardo nella maturazione dei frutti.
Proprio questa maturazione ritardata conferisce ai limoni tutte quelle peculiarità che li distinguono da altri ecotipi.
Il limone di sorrento è di dimensioni grosse, di forma ovale e con polpa particolarmente succulenta, il succo è ricco di vitamina C e la buccia di medio spessore è molto profumata.
Essendo un frutto molto duttile, i cuochi più importanti dell'area di produzione, hanno creato ricette che spaziano dall'aperitivo al dolce e che sono ormai note in tutto il mondo.
Inoltre il limone rappresenta un ottimo condimento per esaltare piatti semplici sia di pesce che di carne e verdure,ma all'occorenza anche un naturale medicamento per problemi digestivi e per rinforzare il sistema immunitario, oltre ad avere un potere rinfrescante e dissetante.
Infatti nelle nostre città è ancora molto diffusa la presenza dei chioschetti cosiddetti dell'acqua dove è tipico consumare una spremuta di limoni o una granita, soprattutto nelle giornate estive.
Insomma un frutto così virtuoso da suscitare invidia, tant'è vero che a Napoli si usa dire "mangiat o limon" per intendere "fatti rodere dall'invidia".
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