La proverbiale creatività partenopea ha sempre caratterizzato la cucina, quella cosiddetta povera, fatta di pochi ingredienti da mescolare e insaporire ad arte fino a creare una bontà incredibile.
Di queste bontà ne è ricca la gastronomia napoletana che, accuratamente rispolverate e talvolta reinterpretate dall'abilità di grandi chef, fanno ormai parte dei menù tipici della nostra ristorazione ad ogni livello.
Un must degli antipasto o dei fine pasto, salati o dolci, sono gli angioletti o angiulilli od anche scazzuoppoli.
Tre divagazioni linguistiche per intendere un unico sfizio, dei piccoli bocconcini di pasta lievitata, quella della pizza, fritti e serviti caldi con un condimento salato di pomodoro e formaggio oppure dolci con una goduriosa colata di cioccolato fuso.
Dell'origine di queste frittelle molti narrano storie e reclamano attribuzioni, ma la vera origine è da accordare alla mamma di Antonio Starita, proprietario della storica pizzeria omonima, il quale racconta che gli angioletti con una spolverata di zucchero erano la sua merenda da bambino e che poi ha pensato di riproporre come sfizio o dessert della casa nella sua pizzeria, da lì sono partite le tante imitazioni che anche in casa replichiamo.
La mia replica è dolce e golosamente farcita di crema di nocciola.
Per la pasta occorrono 500 gr di farina00, 3 gr di lievito di birra, 350 ml di acqua circa, sale, olio per friggere.
Crema di nocciola leggermente scaldata, zucchero al velo.
Fare la classica fontana con la farina, mettere al centro il lievito, un pizzico di sale e l'acqua un pò per volta intanto che si lavora, ottenere un impasto liscio e molto morbido, coprirlo e lasciarlo lievitare fino al raddoppio. Dopo la lievitazione staccare dei piccoli bastoncini di pasta e friggerli in olio caldo, scolarli, sistemarli su un vassoio e farcirli con la crema leggermente sciolta al microonde, spolverarli con zucchero al velo e servirli subito.
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