La sua storia risale al 600, come si deduce da una citazione di Gianbattista Basile (nella favola La gatta Cenerentola) “e, venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere”... Dunque la composizione attuale del dolce sembra opera di una suora del convento di San Gregorio Armenio che in questo dolce simbolo di resurrezione unì il profumo dei fiori d'arancio del loro giardino, la bianca ricotta con grano come oro, uova simbolo di nuova vita, cedro e spezie asiatiche. Nel corso dei secoli ci sono state piccole modifiche ed attualmente ogni massaia napoletana e campana (perché è un dolce che si fa in tutta la Campania) pensa di avere la ricetta precisa. Ebbene questa è la mia: Dose per tre teglie da 22 cm. 750 gr grano, (quello già cotto in barattolo) 750 gr ricotta romana o di pecora, 600 gr zucchero, 9 uova, 150 gr canditi, 3 bustine di vanillina, 3 fialette miste aroma fior d'arancio, 1 tazzi
pancrostata nisciun è nato mparato