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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

PEPERONI IMBOTTITI(O PUPARUOL MBUTTUNAT)

  - I peperoni come le melanzane e le zucchine rappresentano un ortaggio base della cucina napoletana. Oggi si trovano in ogni stagione, in passato invece andavano rispettate le giuste collocazioni stagionali, pertanto i peperoni si consumavano esclusivamente d'estate. I peperoni imbottiti (o puparuol mbuttunat) erano un tipico piatto della festa di ferragosto o delle domeniche estive. Come tutte le ricette che hanno attraversato diverse generazioni hanno subito delle variazioni e quindi ne esistono due varianti principali classiche e diverse altre più moderne. Questa da me descritta è la più antica, almeno come afferma mia nonna.     Per 4 persone prendiamo 4 grossi peperoni da arrostire, un bel po' di pane avanzato (in genere si va ad occhio), una manciata di capperi, circa 200 gr di olive di Gaeta denocciolate, prezzemolo tritato, 70/80 gr di pecorino grattugiato, 2 tuorli d'uovo, qualche acciuga a pezzetti, sale con parsimonia per la presenza di capperi e p

SPAGHETTI A VONGOLE FIUTE

  - Come è noto la cucina che rispecchia le tradizioni trae origine dai tempi in cui con pochi ingredienti bisognava aguzzare l'ingegno e creare piatti appetitosi e gustosi al tempo stesso. Questo piatto molto delizioso ed anche veloce da preparare si chiama così perchè quando le vongole costavano troppo si creavano gli stessi profumi senza appunto le vongole, "fiute" ossia scappate.    -per circa 300/350 gr di spaghetti: una manciata di capperi, un abbondante ciuffo di prezzemolo, due spicchi d'aglio, 400 gr circa di pomodorini del Vesuvio, circa 4 cucchiai d'olio evo. Prepariamo un trito con aglio, capperi e prezzemolo rigorosamente con la mezzaluna, cioè tritato a mano. Prepariamo la pasta e mettiamo l'olio in una padella e rosoliamo velocemente il trito, uniamo i pomodori a pezzetti e lasciamo cuocere poco, uniamo un mestolino di acqua della pasta, scoliamo quest'ultima e versiamola nella padella, amalgamiamo bene e serviamo subito.

LO STRUSCIO A TOLEDO

  Nella settimana santa che ha inizio con la domenica delle palme e termina con il sabato santo,sono tanti gli eventi religiosi che celebrano la passione,morte e risurrezione di cristo;questi eventi sono universalmente celebrati in tutte le culture cristiane,ma spesso sono affiancati da usi e tradizioni locali,che ben mescolano la religione con il folklore senza che però l'una prevalga sull'altro. A napoli c'è una tradizione che nasce nel 1700 e che ancora oggi si rispetta se pure con qualche appunto moderno;sto parlando dello "struscio" pronunciato con l'accento sulla u. Lo struscio è una lunga passeggiata per i negozi(ovvero lo shopping),intervallato da almeno tre soste in tre chiese diverse,in pratica il giovedì santo ci si dedica ai sepolcri cioè si visitano un numero dispari di chiese(minimo 3) e tra una visita e l'altra si passeggia,si sosta a degustare un caffè con la sfogliatella e si fa shopping rigorosamente in compagnia,ver

LE ALICI,una scorta di omega3

, - A Napoli c'è un mercato ittico noto con il nome di ''Sopra le Mura'', per la presenza di vecchie mura greche, dove il commercio del pesce è molto fiorente, ma il pesce maggiormente venduto è il pesce azzurro. Infatti se aveste voglia di farvi una passeggiata tra le bancarelle del suddetto mercato, rimarreste talvolta abbagliati dallo sfavillare di questi pesci argentei che fanno da specchio ai raggi solari. Questo perché il nostro mare ne è ricco per cui non solo si ha la certezza di trovarlo sempre fresco ma soprattutto ad un costo bassissimo. Tra la classificazione non scientifica di pesce azzurro, quelli maggiormente consumati sono sicuramente le alici per i napoletani. Ora non stò a dirvi quanto fa bene alla salute consumare il pesce azzurro perché ormai è noto, ma sicuramente quanto è buono, gustoso e soprattutto semplice da preparare sì, perché nella cucina partenopea vi sono svariate ricette in cui protagonista è l'alice, e poi è così semplice e v

CORNETTONE CON NUTELLA

550 GR FARINA, 1 cucchiaio di zucchero, 1 cucchiaino di sale, 1 uovo, 50 ml olio evo, 250 ml latte scremato, 1 lievito, 1 tuorlo per spennellare, zucchero in granella. NUTELLA PER FARCIRE.(circa 400gr.) Mettere la farina sulla spianatoia,porre al centro tutti gli ingredienti ed amalgamare il tutto unendo il latte caldo lentamente.Ottenere un impasto morbido e liscio e farlo lievitare fino al raddoppio,dopo stendere l'impasto in un grosso rettangolo,arrotolarlo partendo dalla base ,metterlo ancora a lievitare mezzora,spennellare la superfice con il tuorlo e coprire con granella di zucchero,cuocere in forno a 170° per circa 40 minuti. Lasciare intiepidire ,tagliare a metà e farcire con la nutella,spolverizzare con zucchero al velo. per una farcitura ancora più golosa aggiungere panna montata prima di servire

TRECCIA RUSTICA

550 gr farina, 50 ml olio evo, 1 uovo, 1 cucchiaio di zucchero, 1 cucchiaino di sale, 250ml latte scremato, 1 lievito, FARCITURA salsicce e friarielli oppure salumi, funghi secondo i gusti. 500 gr friarielli puliti, 300 gr salsicce, 300 gr fiordilatte, parmigiano, 1 tuorlo per spennellare la superfice Mettere la farina sulla spianatoia,porre al centro olio,lievito,sale,zucchero,uovo e versare il latte tiepido lentamente,intridere tutti gli ingredienti e formare un impasto morbido e liscio.Porlo a lievitare fino al raddoppio.A parte lavare i friarielli e stufarli in una padella con olio e aglio,salare e unire le salsicce a pezzi,portare a cottura e tenere da parte.Intanto tagliare il fiordilatte a pezzetti. Quando l'impasto è lievitato,dividerlo in 3 parti uguali,stendere  le parti in tre rettangoli e farcirli con friarielli,salsiccia,fiordilatte e parmigiano,chiuderli unendo i lembi esterni e ottenere tre cilindri,predisporli l'uno accanto all'altro ed i

GRAFFE da bar

  - Facendo un giro la mattina nei bar di Napoli , ovunque ci sono, insieme ai classici cornetti, le graffe o zeppole, che sembrano la stessa cosa ma in realtà hanno una storia diversa. La zeppola nasce addirittura ai tempi dei Romani per celebrare la primavera, ed erano delle ciambelle di farina e acqua, fritte e ricoperte di miele, da lì la tradizione delle zeppole per celebrare la festa del papà. Attualmente si fanno con la pasta bignè e crema, ma prima di arrivare alle zeppole di San Giuseppe si è passati dalle graffe, la cui origine prende spunto dai krafen, che contengono patate nell'impasto, e la pasta crisciuta, che erano dei piccoli pezzi di impasto lievitato a forma di palline che si consumavano in un solo boccone. Infatti quando una persona a Napoli parla con un difetto di pronuncia della S e della Z, si dice che ha la zeppola in bocca. Attualmente quando si chiede nelle pasticcerie o nei bar una graffa, s'intende la pastacrisciuta, che ormai si definisce così

SPIGOLE ALL'ACQUA PAZZA

 - Nel 1994, quando Napoli fu teatro del G7, avvennero due fatti simpatici che al di là delle tematiche politiche dei 7 grandi, sono rimasti nella storia moderna della città: l'uno fu la presa al volo di Bill Clinton di un pezzo di pizza mentre passava dinanzi ad una tipica pizzeria del centro storico e l'altro fu l'estasi sempre di  Bill Clinton dinanzi ad una spigola all'acqua pazza. Ora non so dirvi se fosse per la freschezza del pesce o per l'acqua pazza, ma è un dato di fatto che il presidente impazzì letteralmente, tanto da pretenderne la ricetta. In realtà questo piatto di mare è tipico della cucina partenopea ed ha origine tra i pescatori di Pozzuoli i quali, si narra, preparassero il pesce in una sorta di brodo fatto di acqua di mare e vino bianco, e forse è da qui che deriva il nome acqua pazza. Oggi naturalmente questa pratica non è più in uso e l'acqua pazza è un misto di acqua e vino bianco. La scelta del pesce è varia perchè si possono

BACCALA' IN CASSUOLA

Il baccalà è un grande protagonista della cucina partenopea e non solo visto che si mangia in tutta l'italia. Secondo le statistiche i napoletani risultano i maggiori consumatori di baccalà in italia. Infatti questo pesce si consuma tutto l'anno con un picco altissimo nel periodo natalizio. Tale consuetudine ha origine nel 1500 quando la chiesa impose di mangiare magro nei giorni comandati,proibendo la carne.Il baccalà risultò alla portata delle tasche di tutti,facile da conservare a lungo e come il maiale commestibile in ogni sua parte. Con il passare degli anni però la carne ha un pò subordinato il ruolo del baccalà relegandolo a cibo dei poveri ,a dispetto della carne simbolo invece di agiatezza.Successivamente la scienza dell'alimentazione ha dimostrato che il baccalà è uno degli alimenti indispensabili in un regime alimentare corretto essendo ricco in grassi insaturi,i cosiddetti omega 3 e quindi ha riconquistato il suo posto principe sulle tavole i

COLOMBA

PER la ricetta qui   http://mentaecioccolatoblog.blogspot.com/2011/04/colomba-con-lievito-di-birra.html e questa è la mia prima realizzazione,unica differenza i tempi di cottura,nel mio forno 55 minuti,anzichè i 40 della ricetta di morena.