La pasta e ceci nella tradizione partenopea è il piatto tipico del primo giorno di Quaresima, che si prepara almeno una volta a settimana fino a Pasqua, ma è anche e soprattutto una minestra tipicamente invernale. Nel nostro dialetto viene chiamato 'lampp e tuon', forse riferendosi alla proverbiale tempesta intestinale che può scatenare.
Ironia a parte, è un piatto molto diffuso in Campania e molto antico, infatti in molte zone si prepara con le tagliatelle, con un chiaro riferimento alle lagane degli antichi Romani.
Invece nella tradizione puramente partenopea si prepara con la pasta 'ammescata' ossia mista, ligi ad una consuetudine nata nel dopoguerra di riutilizzare gli avanzi dei vari formati di pasta.
I ceci sono tra i legumi più coltivati al mondo e tra i più consumati, dopo la soia ed i fagioli.
Rappresentano un'importante fonte di proteine, sono ricchi di fosforo, potassio e grassi essenziali; hanno anche un alto contenuto calorico per cui, consumati soprattutto con la pasta, andrebbero considerati piatto unico.
Per preparare una pasta e ceci per circa 3 o 4 persone occorrono:
250 gr di ceci secchi,
un cucchiaino di bicarbonato,
aglio,
olio extravergine di oliva,
prezzemolo,
350 gr di pasta mista di martino.
La sera precedente la preparazione mettete i ceci in una terrina coperti d'acqua con un cucchiaino di bicarbonato sciolto in essa.
La mattina successiva sciacquate i ceci e metteteli a cuocere in una pentola ricoperti d'abbondante acqua, cuoceranno almeno 3 ore. A fine cottura riscaldate l'olio con l'aglio in una padellina, fate imbiondire leggermente l'aglio e unite il tutto ai ceci, salate e riportate a bollore e versate la pasta spezzettata. A parte preparate un pentolino con acqua calda che aggiungerete solo se necessario perchè la minestra deve risultare cremosa, senza brodo per intenderci.
Servite spolverizzata di prezzemolo tritato e pepe.
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