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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

LASAGNA NAPOLETANA

Carnevale senza lasagne non vale, ordunque il nostro Carnevale ha inizio il 17 gennaio, giorno di S.Antonio Abate. In questa occasione ancora in molti quartieri si usa preparare un grosso fuoco (detto "fuocarazzo") per bruciare simbolicamente il vecchio dell'anno passato e purificarsi per il nuovo anno, non a caso fino al giorno ultimo del Carnevale, che coincide con il martedì grasso, è concesso esagerare con gli eccessi a tavola. Queste usanze si rifanno alle consuetudini dell'aristocrazia napoletana in atto già nel XVI secolo, quando i nobili si mascheravano e festeggiavano con balli, tornei e lussuosi ricevimenti. Con il tempo il Carnevale ha assunto aspetti più folcloristici ed è entrato a pieno titolo anche nella tradizione culinaria con piatti che lo caratterizzano come appunto lasagna. Inizialmente nasce come tipo di pasta impastata con farina ed acqua, tagliata a lagana (ossia larga sfoglia sottile) e tirata a mano, poi i maccaronari al Sud iniziarono a

ARROSTO IN PENTOLA

Dosi per 2 persone 600 gr  di lacerto di coscia legato 1 bicchiere scarso di vino bianco a temperatura ambiente 1/2 l di brodo bollente 2 cucchiai abbondanti di battuto con carota, sedano, cipolla 2 cucchiai di olio evo In una casseruola versate l'olio, aggiungete il battuto e scaldate. Quando iniziate a sentire il profumo degli odori, adagiate la carne sul fondo della casseruola.  Fate rosolare a fuoco vivace su tutti i lati, fino a che la superficie della carne non sarà ben dorata. Terminata la rosolatura abbassate la fiamma e versate il vino che deve rigorosamente essere a temperatura ambiente, o influirà negativamente sulla cottura, fate evaporare e lasciate cuocere l'arrosto nel vino per qualche minuto. A questo punto munitevi di un mestolo e iniziate ad irrorare l'arrosto con del brodo (anche l'acqua calda può andar bene). Fatelo spesso, un mestolo di brodo alla volta, lasciando evaporare un po' e poi aggiungendo dell'altro brodo. In q

IL CROCCHE'

 - Il crocchè è uno di quei piatti tipici napoletani che per la loro duttilità del gusto non hanno una collocazione precisa in un menù giornaliero. Infatti può succedere che mentre si fa shopping durante le ore del mattino si possa sostare in un bar o rosticceria per comprarsi un crocchè, oppure si può chiedere come antipasto prima di consumare un pranzo o una cena od anche si può consumare dopo la pizza in una serata appunto in pizzeria, insomma il crocchè (come si dice a Napoli) ci azzecca sempre. Forse ciò è dovuto alla sua semplice composizione fatta di patate e pecorino con cuore di fiordilatte. Naturalmente nessun accostamento con quelle crocchette fatte con fiocchi di patate e dalla forma perfettamente cilindrica: i panzarotti si fanno a mano. Anche la grandezza cambia, quelli grandi hanno il ripieno di mozzarella, quelli piccoli invece hanno il prezzemolo tritato nell'impasto e niente mozzarella. Ingredienti: 1kg patate rosse, 2 tuorli,sale, pepe, parmigian

FAGIOLI E SCAROLE

La  zuppa di fagioli e scarole è uno di quei piatti nati dalla cucina povera che,racchiude una saggezza straordinaria.E' noto che prima di diventare maccaronari,i napoletani erano chiamati mangiafoglie perchè le verdure a foglia larga,data anche la facile reperibilità rappresentavano la base della loro alimentazione.La scarola poi era addirittura considerata medicamentosa,tant'è vero che a Napoli si chiama "sciacqua panz"(ossia depura l'intestino).Ecco che allora abbinarla ai fagioli(carne dei poveri),era un perfetto connubio per diventare un piatto unico,adatto a saziare e nutrire al contempo. Naturalmente nel girovagare tra le province campane questa zuppa ha assunto varianti diverse a seconda delle esigenze di chi la consumava e in relazione anche al clima,dunque c'è chi l'ha arricchita con prosciutto crudo,chi con il lardo e chi addirittura con piedino ed altre parti del maiale.A napoli l'unico arricchimento era il pane duro da disporre s